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AI agentica nel settore pubblico: il 90% degli enti investe

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AI agentica

L’adozione dell’AI agentica da parte del settore pubblico sta rapidamente guadagnando terreno. Secondo il report Data foundations for government – From AI ambition to execution del Capgemini Research Institute, ben il 90% delle organizzazioni pubbliche a livello globale prevede di esplorare, testare o implementare soluzioni di AI agentica nei prossimi 2-3 anni. Questa tecnologia viene percepita come leva strategica per migliorare la qualità dei servizi pubblici, potenziare il processo decisionale e ottimizzare l’allocazione delle risorse. “In presenza di una crescente domanda da parte dei cittadini e a fronte di risorse economiche sempre più limitate, le organizzazioni del settore pubblico riconoscono che l’AI può aiutarle a fare di più risparmiando denaro”, ha dichiarato Alberto Matassino, Director Public Sector di Capgemini Italia.

Gen AI già in fase attiva, ma il problema sono i dati

Parallelamente all’AI agentica, l’adozione della Gen AI è già in stato avanzato: il 64% delle organizzazioni ha avviato sperimentazioni o implementazioni operative, con picchi dell’82% nel comparto difesa, 75% nella sanità e 70% nella sicurezza. Tuttavia, solo il 21% dispone dei dati necessari per addestrare e ottimizzare i modelli di AI, e appena il 12% si ritiene maturo nella gestione dei dati. L’insufficienza di basi dati adeguate rallenta il passaggio dall’ambizione all’esecuzione. La disponibilità, qualità e governance dei dati emergono come prerequisiti essenziali per ottenere modelli affidabili, etici e conformi alle normative come l’AI Act europeo.

Sicurezza, fiducia e competenze: le barriere all’adozione

Nonostante il forte interesse, la piena adozione dell’AI agentica è ostacolata da criticità tecniche e culturali. La sicurezza dei dati rappresenta la principale preoccupazione per il 79% dei dirigenti intervistati, seguita dalla mancanza di fiducia nei risultati prodotti dall’AI (74%). Inoltre, il capitale umano appare carente: solo il 7% delle organizzazioni pubbliche dichiara di avere un’elevata maturità nella formazione di competenze data-driven e in ambito AI. Il quadro evidenzia l’urgenza di investire in formazione specialistica e programmi di aggiornamento per rafforzare le competenze interne.

Condivisione dei dati e nuovi ruoli: una governance in evoluzione

La trasformazione digitale richiede una governance strutturata e multilivello. In questa direzione, il 64% delle organizzazioni ha già nominato un Chief Data Officer (CDO) e il 27% ha introdotto un Chief AI Officer (CAIO), con il 41% che prevede di farlo a breve. Tuttavia, il percorso verso un’infrastruttura dati condivisa è ancora agli inizi: il 65% degli enti pubblici è fermo alla fase di pianificazione o sperimentazione. Le iniziative sono rallentate da timori legati alla sovranità dei dati, alla gestione del cloud e alla trasparenza dei modelli. Per superare questi ostacoli, è fondamentale adottare un approccio federato alla condivisione dei dati, supportato da policy chiare e infrastrutture resilienti.

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